martedì 29 gennaio 2013

sabato 26 gennaio 2013

Riflessioni musicali (13)

Sarei curioso di sapere se vi sono elaborazioni teoriche di stampo musicale sul rap/HipHop. Nel senso, qualcuno si è mai chiesto (e se è così, dato una risposta) sull'interesse generale, moderno nei confronti del rap/HipHop? La caratteristica più palese è un'alta concentrazione di parole, che si sia attratti da questo? Sarebbe curioso, forse siamo attratti dalle parole? Le parole si presenterebbero allora come strade che guidano le nostre personalità confuse e indistinte, sole, forse, chissà.

Riflessioni musicali (12)

Che sia iniziata una nuova era punk? Dovrei approfondire il tema punk, inizio a pensare che ci siano grandi somiglianze con la gioventù moderna.

Riflessioni musicali (11)

Ascoltando “Living Things” dei Linkin Park ho sicuramente trovato tante belle cose, tante belle canzoni, tante strade nuove. Nonostante questo però, non so bene perché, percepisco una nota di inferiorità rispetto ad altri gruppi, rispetto ad altre canzoni, rispetto ad altre esperienze musicali. E' una cosa che provo anche per gli altri loro album, come “Hybrid Theory” o “Minutes To Midnight”, gli unici altri che possiedo a dir la verità. Credo sia cambiato qualcosa in me, dato che però non è solo una cosa mia, anche un mio amico che li conosce bene ha iniziato ad utilizzare parole come “banalità” in loro associazione, devo trovare una spiegazione che ci accomuni all'interno di una prospettiva di “cambiamento”, mi viene in mente la crescita. Forse crescendo l'interesse per i Linkin Park diminuisce, forse sono adatti solamente ad un pubblico adolescente, un pubblico di ribelli, un pubblico teenagers. Sì perché ricordo che quando “In The End” era al top tra le mie preferenze musicali pensavo che nulla di più perfetto, nulla di migliore sarebbe potuto essere composto. Oppure dipende dall'ampliamento del nostro panorama culturale, dall'aumentare delle nostre conoscenze, che conoscenze sono? Io ultimamente ho ascoltato molto Red Hot Chili Peppers, ma anche cose storiche come Rolling Stones, Bob Dylan, Guns n' Roses, Beatles, etc.. Forse non è un caso il successo immortale di quest'ultimi, forse sono davvero “migliori” (con tutto quello che “migliore” significa). O forse mi son fatto fortemente influenzare dal giudizio che lessi all'uscita di “Living Things” che li definiva come un gruppetto di adolescenti brufolosi che facevano musica media mescolando urla e grida (molto in sintesi). E' un problema che mi interessa particolarmente. Forse, davvero, ci sono canzoni, musiche, gruppi che vanno bene solo per certi momenti della tua vita. Una cosa è certa: non esistono in nessun altro campo artistisco tante sfumature, tante sfaccettature del concetto di bellezza come nella musica, o forse sì? Sarebbe rivoluzionario per me scoprire che, magari, Picasso è adatto ad una certa età e, chessò, Rembrandt ad un'altra, sarebbe veramente magnifico.

Riflessioni musicali (10)

Forse la musica non è tutta adatta ad essere ascoltata nello stesso modo. Sono abbastanza convinto che “Help Is Coming” di T.I. (dell'album “T.I. Vs T.I.P.”) sia difficilmente ascoltabile, o comunque non esprime sé stessa al meglio, se non camminando, magari con un clima freddo, magari quando si ha una certa fretta. Dovrebbero aggiungere una parentesi a fianco di alcune canzoni indicante luogo, clima, magari ora, adatti all'ascolto. Per es. “Help Is Coming” - T.I. [In movimento, preferibilmente di corsa, freddo, inverno]. Si raggiungerebbe una migliore efficacia musicale.

Riflessioni musicali (9)

Dopo aver letto la breve introduzione di Wikipedia a “Gettin' Better” dei Beatles, dove si parla di come Paul prese ispirazione dall'apertura delle nuvole nel cielo, da come introdusse volontariamente errori ortografici, ho per un istante capito: sperimentalismo. Ecco la grandissima novità, ecco la grandissima forza, ecco la grandissima chiave del successo: sperimentalismo. In arte, in letteratura, in musica, in filosofia: sperimentalismo.

Riflessioni musicali (8)

Il cuore umano sperimenta così frequentamente la disperazione e la tristezza che coccolarlo con melodie drammatiche e melanconiche è facile, provate voi, con una canzone, a far ridere, a far gioire, a far respirare con il sorriso l'aria intorno a lui, e allora sì che potrete essere sicuri di a far segnato profondamente quel cuore.

Emily.

Emily se ne frega delle cose. Se n'è sempre fregata. Non delle cose materiali, ovvio: se si traglia un dito corre subito in bagno alla ricerca di un cerotto. Le ferite del cuore non le ha mai curate, viste. Quando le cose vanno male Emily se ne frega. Se n'è sempre fregata. Non si lascia coinvolgere, Emily. Non permette a nessuno di legarsi in maniera speciale a lei. Solo contatti strumentali. Contatti per usufrutto. ContRatti. Ha un po' paura forse. Ha un po' di timore forse. Emily quando ha paura si chiude in casa e ascolta Vasco Rossi.

Riflessioni musicali (7)

Cosa vuol dire se di un album ti piacciono solo poche canzoni? Che l'artista è incapace? Che l'artista ha forzato l'ispirazione? L'ispirazione da sempre ottimi risultati? E' giusto inserire nel proprio iPod solo alcune canzoni di un certo artista? Significa conoscerlo totalmente? Nickelback, per esempio, son rimasto sorpreso dall'aggressività di certi loro pezzi, del resto però quelle sentimentali sono le canzoni loro non solo più conosciute, ma anche più belle... dunque? Cosa fare? Escludere “Just For” e tenere solo “How You Remind Me”? Sono fortemente combattuto su questo argomento. Una canzone può essere paragonata ad un libro di uno scrittore? Cos'è il bello? Cos'è il gusto? Esiste una bellezza in senso oggettivo? “Mi piacciono i Beatles” cosa voleva dire questa frase negli anni '70 e cosa significa oggi “Mi piace Vasco Rossi”? Perché oggigiorno abbiamo la possibilità di ripeterci, di ascoltare la stessa canzone innumerevoli volte e in contesti diversi. Questo potrebbe aver portato alla richiesta di canzoni ripetibili, adatte a diverse situazioni, forse la musica si è “normalizzata” ad uno standard di ripetitività e obiquità. Se voglio aver successo devo poter fare una canzone adatta a qualsiasi contesto. In fondo, quando ascolto “Hey, Soul Sister”? Quando non so cosa ascoltare, quando non voglio impegnarmi, quando non voglio “studiare” la musica. In questo senso, allora, forse, oggigiorno i Beatles sono inascoltabili, li ascolti una volta al giorno, semmai, e quando hai la testa rivolta all'ascolto, non quando hai la testa spenta.

Riflessioni musicali (6)

Ho ascoltato Beatles e Rolling Stones. Li ho ascoltati. Non son tre parole da sottovalutare al giorno d'oggi, li ho ascoltati, letto le loro parole, come, penso, suppongo, facessero i giovani della loro epoca d'oro. Son giunto alla conclusione che non è che ho perso l'abilità di aprezzare i Rolling Stones, come sostenevo qualche tempo fa, ma che preferisco i Beatles, ecco tutto. La cosa è stata lampante quando dopo aver ascoltato per una mezz'oretta “Sticky Fingers” son passato a “Help!”, beh ho indubbiamente preferito il secondo. Forse qui sta un grosso problema della società moderna: molti, come me, pensano di apprezzare di più i Rolling Stones, ma in realtà amano di più i Beatles, amano più un sussurro delicato, dolce e romantico che un urlo graffiante, aggressivo e temerario. Forse se queste persone si rendessero conto di questa cosa e la accettassero capirebbero meglio sé stessi, saprebbero interpretare meglio sé stessi; e si sa, chi meglio riesce a interpretare sé stesso meglio vive con sé stesso. Mi rimane da capire se sia corretto un abbandono totale, o preferibile una coscienza strumentale e selezionabile solo in certi casi.

Riflessioni musicali (5)

Ho ascoltato i Rolling Stones e i Beatles. Li ho ascoltati, davvero. Ho ascoltato e letto le loro parole. Non hanno avuto su di me lo stesso effetto di altri artisti, come magari i Linkin Park. Ho volontariamente eliso una parola dalla frase precedente: “purtroppo”. E' di questo che penso sia necessario parlare. Perché i Rolling Stones son considerati senza dubbio i fondatori di quello che può essere definito musica moderna, rock e a me non piacciono? Meglio, non è esattamente corretto dire che non mi piacciono, forse non li riascolterei. Forse il problema è proprio questo, il nuovo paradigma di bellezza musicale è oggigiorno legato anche alla ripetitività, una canzone è tanto più bella quanto più l'ascolti o saresti portato ad ascoltarla. Perché poi riascoltiamo certe canzoni? E' una domanda così complicata che mette in crisi la mia idea di bellezza musicale, ne ho mai avuta veramente una? Diciamo che ho amato molto certi testi, come “Paint it Black” o “Flight 505” o “Stupid Girl” (appartenenti al primo album di sole loro canzoni, “Aftermath”) però non posso dire che siano realizzate con la vera e propria “musica” che mi piace. E' strano: so che dovrebbero piacermi ma non mi piacciono. Forse piacevano per questioni storiche, quello è indubbio, è quindi indubbio che tutti quelli che ne parlano ora sono stati coloro che li hanno esaltati allora, quindi, forse, i Rolling Stones son sostenuti da tutti coloro che li hanno apprezzati in passato. A ciò bisogna aggiungere una fetta di ascoltatori che hanno seguito per massa, forse maggiori per altri gruppi più moderni, come gli U2. Sono ascoltatori di bassa cultura (come me) ma proprio per questo tutta irrazionalità: questo loro essere tutta irrazionalità dovrebbe dirci qualcosa di importante, devo ancora capire cosa però, è un tarlo importante. Per ora continuerò ad ascoltare Rolling Stones, chissà che fra 20 anni non mi vengano a piacere.

Riflessioni musicali (4)

Se non fossero stati assecondati dal destino, grandi artisti come Mick Jagger, Paul McCartney, Steven Tyler, Bono Vox, sarebbero diventati quello che sono? Ora chiaramente i soldi e la fama non danno la felicità, però hanno dato loro la possibilità di esprimere sé stessi al meglio, voglio dire, probabilmente negli anni '70 Steven Tyler era ridicolizzato per come andava conciato, perché girava, per come si vestiva, stessa cosa per Bono negli anni '90. Ora che sono universalmente ritenute grandissime rockstar, possono fare quello che vogliono, intendo, se domattina si svegliano con la voglia di indossare una camicia, indossano una camicia, se domattina si svegliano con la voglia di mettersi un certo tipo di giacca piuttosto che un altro, indossano quella particolare giacca, un vignolese o, come me, un savignanese, pur in un'età che consente questo, la gioventù, non può materialmente ma anche mentalmente fare questo, non può reggere davvero il contrasto, l'opposizione, quei poche che ci riescono lo fanno per omologarsi ancora di più, non per entrare veramente in contrasto. Ora io mi chiedo, chi ci dice che se un onesto fornaio di una cittadina di provincia ottenesse improvvisamente la possibilità di fare quello che vuole, quindi soldi, e, magari, avesse anche l'abilità di suonare una chitarra, quindi tecnica e abilità?

Riflessioni musicali (3)

Io non ho niente contro quella che viene definita tecno, dance, elecromusic, discomusic, dubstep, hardcore o simili, però provate ad ascoltare “Sometimes You Can't Make It On Your Own” degli U2 live (specialmente quando, oltre la metà, Bono si rivolge al cielo, quindi al padre per cui fu scritta, Bob, e mette tutta la sua voce nel “Can you hear me?”) o “Listen” di Beyoncé live (dove la vedi raggiungere picchi insostenibili se non grazie al cuore) e poi ditemi che quando ascoltate Skrillex provate le stesse emozioni.

Riflessioni musicali (2)

Musica. Forse l'iPod è venuto a cambiare la visione giovanile della musica? Cioè, quando mi muovo per Bologna, quando sono in treno, quando sono in biblioteca, non ascolto quasi mai “Cast No Shadow” degli Oasis, ma perché? Chiediamoci cos'è “Cast No Shadow”. “Cast No Shadow” è una bellissima canzone degli Oasis dedicata a Richard Ashcroft (cantante, fra le altre cose, dei The Verve) definito come un genio che non riesce a gestire quello che ha fra le mani e che, appunto, ponendosi davanti al sole non proietta nessun'ombra, quasi come se non esistesse, quasi come se non riuscisse a lasciare un segno. Ora, al di là di tutto questo, all'interno dell'album in cui è inserita, il celeberrimo “(What's the story) Morning Glory?” non è sicuramente una di quelle più orecchiabbili, né tanto meno una delle più famose, quindi forse è questo? Questa mancanza di orecchiabilità? E' come se l'iPod prelevasse dall'ampissimo panorama musicale personale solamente una piccola fetta, una sezione, che contiene tutto quello che c'è di orecchiabile, facilmente memorizzabile e musicoso, insomma. Forse l'iPod ha rovinato la musica.

Riflessioni musicali (1)

Ci sono canzoni, artisti che accarezzano la tua irrazionalità, la raccolgono e la portano a galla, è quello che viene definito genio. Quando ascolto, capisco, leggo certe parole tutto mi è come illuminato, qualcosa che avevo pensato, qualcosa su cui avevo riflettuto viene ora esplicitato, non è fantastico solo il fatto che anche qualcun'altro ha raggiunto quella conclusione, perché anche questo è necessario, ma è splendido il fatto che sia riuscito a concretizzarlo, a materializzarlo, in un verso, in un suono, in un gesto, in un movimento, in una scena. Qualcosa che era rimasto fino ad allora in forma potenziale assume invece piena vitalità, forza, vigore, diventa realtà.

Riflessioni barbariche

Indubbiamente Baricco ci ha preso in pieno con la sua teoria dei barbari, per quanto non sia una sua idea totalmente originale, ma di questo non voglio parlare. Voglio parlare invece del fatto che è cambiato il modo di fare esperienza, non più operazione “verticale”, di discesa in un pozzo, ma surfing “orizzontale”, superficiale. Perché è avvenuto tutto questo? Perché è tutto immediatamente accessibile, tutto direttamente disponibile, facile da ottenere. Vuoi sapere in che anno Bruce Springsteen ha composto “Born to Run”? Niente di più semplice, Google e Wikipedia sono la via. E allora cosa serve studiare la letteratura, la musica, la moda, l'arte e il cinema? Serve a giudicare. Sì perché Google e Wikipedia nella loro dimensione enciclopedica non danno giudizi, non criticano, solo con un notevole bagaglio culturale del passato, cioè della musica che è stata, della letteratura che è stata, etc. si può valutare, soppesare, misurare; ed è questa un'abilità che andremo perdendo, finché anche gli ultimi critici, gli ultimi fari di speranza, le ancore che ci saldano ai concetti di bello e brutto, buono e cattivo, chissà, magari anche di giusto e sbagliato, non verranno a dissolversi e non ci smarriremo nell'oceano, forti delle nostre nuove branchie sì, ma anche accecati, persi, confusi, inutili.