mercoledì 26 settembre 2012

La melodia dei soldi

Con riferimento alla musica, l'aggettivo “commerciale” definisce il comporre canzoni per motivi strettamente venali, per una questione puramente economica. Vorrei fare qualche esempio per chiarire meglio il mio pensiero. Ad Eamon quando ha scritto F*ck it non gliene fregava proprio niente dei soldi, era stato tradito dalla fidanzata, ci stava malissimo e ha deciso di esprimersi attraverso la musica (allo stesso modo avrebbe potuto dipingere un quadro, scrivere una poesia, prepararsi per una maratona, uscire in strada e prendere a pugni il primo che gli passava davanti, e così via. Fortunatamente non è andata così), che poi gli sia venuto fuori qualcosa di orecchiabile e facile da tenere in testa, questo è stato un altro grandissimo risultato INSPERATO. Per lui, in quel momento, la musica era semplicemente un canale preferenziale di comunicazione con il mondo. Mentre a Flo Rida quando ha scritto Whistle, secondo me, gli fregava poco e niente di comunicare qualcosa, gli interessava creare qualcosa adatto alla discoteca, ad essere ballato, e quindi, nel mondo odierno, di fare soldi, perché son quelle le canzoni che permettono con SICUREZZA di guadagnare MOLTO (il che significa che è più facile comporre un The club Can't Handle Me che scovare una Adele, secondo me). E' evidente, dunque, per quale delle due la definizione “commerciale” sia più calzante.
A questo punto, si aprono due possibilità: la prima è di ritenere legittima questa motivazione, metterla quindi al pari di altre come la denuncia sociale (tanti rapper anni '90 per esempio) o la sofferenza per la perdita di qualcuno (Sometimes You Can't Make It On Your Own degli U2), e così tante altre; la seconda è di crocifiggerla per il fatto che snatura l'arte, che soffoca il momento dell'illuminazione fulminante, dell'ispirazione divina che colpisce gli artisti. Ritenere "commerciale", insomma, come un giudizio negativo. C'è in realtà un'altra possibilità, di compromesso, e consiste nel realizzare che ormai il mondo va in quella direzione, capirlo e accettare una leggera vena di malinconia e tristezza. Della serie “ascolto Whistle, la canticchio e la ballo, ma mi piange il cuore”, che è il mio sentimento principale quando vado in discoteca.
Aggiungerei che è poco appropiato etichettare un intero artista come “commerciale”, possono esistere album più “monetizzabili” e “monetizzati” di altri, così come, all'interno dello stesso LP, canzoni più danarose e altre meno. A questo proposito penso sia necessaria la citazione dei Black Eyed Peas, in loro, a parer mio, è evidente un rapido cambio di direzione. Where is the love, la canzone con cui hanno sfondato, è pregna di significato, di valori, di denuncia, di sofferenza, di tristezza per il mondo; Bom Bom Pow, invece, è totalmente distante, se non diametralmente opposta, in quanto non ha nulla da comunicare. Un altro esempio, meno profondo, potrebbero essere i Maroon 5: Payphone, una delle ultime hit, non è che un continuo ripetersi degli stessi tre versi, tanto che a 3/4 è stato necessario introdurre Wiz Khalifa per evitare un'eccessiva monotonia; mi sembra significativamente distante da She Will Be Loved, pur non troppo articolata a livello testuale, ma sicuramente più "profonda".

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