sabato 2 marzo 2013

Riflessioni musicali (14)

Esistono delle elaborazioni artistiche, nel nostro caso delle canzoni, che non coincidono con quello che abitualmente a te piace, che non rientrano nel tuo “stile”, però ti colpiscono, ti impressionano, ti ipnotizzano e incatenano davanti al computer, alla TV o alla radio. Anche dopo averle riascoltate, magari più volte, non puoi (o forse non vuoi per via di pregiudizi e delle “mode sociali”) con certezza affermare che ti piacciono, ma neanche che son brutte. Hai quasi paura ad ammettere che le apprezzi. Vanno tenute di minor conto che i pezzi che davvero ti piacciono? Ha un valore questo magnetismo di certe composizioni? Perché, alla fine, noi tutti non conosciamo a pieno noi stessi, e anche quando crediamo di aver inquadrato alla perfezione i nostri gusti musicali in realtà da lì a pochi giorni, mesi e anni ci ritroveremmo ad ascoltare se non qualcosa di totalmente differente comunque qualcosa di diverso. 2 anni fa ascoltavo solo Linkin Park e Nu Metal, per esempio, orora sto ascoltando “This Time” di John Legend. Forse questi pezzi vanno comunque esaltati per essere luci che aprono la vista su un bivio. E niente è più bello, interessante, emozionante e eccitante dello scoprire che oltre che proseguire sulla nostra strada monodirezione potremmo imboccare una ramificazione della stessa.

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