venerdì 26 aprile 2013

Riflessioni Musicali (18)

Lester Bangs, celebre critico rock statunitense, in un primo momento non apprezzò particolarmente il disco, salvo poi ricredersi totalmente definendolo un capolavoro assoluto. A proposito di Exile disse che parlava principalmente di "sopravvissuti". «Exile on Main Street è uscito solo 3 mesi fa e praticamente mi sono fatto venire l'ulcera e anche le emorroidi cercando di farmelo piacere in qualche modo. Alla fine ho lasciato perdere, ho scritto una recensione che era una stroncatura quasi totale e ho cercato di levarmelo dalla testa. Un paio di settimane dopo sono tornato in California, me ne sono procurato una copia per vedere se per caso era migliorato col tempo, e mi ha fatto cadere dalla sedia. Ora penso che forse sia il disco più bello degli Stones in assoluto.» (Lester Bangs, 1972.)

Penso sia questa un'assoluta, importante conferma su una delle questioni che maggiormente martellano la mia mente nel rivolgerla verso questioni musicali. Dopo tanti ascolti deludenti, trascorso un periodo di “fermentazione”, l'album è venuto a piacere. Eh, non è cosa da poco, non è cosa da poco. Quale siano le ragioni dietro questo fenomeno sinceramente non lo so con certezza, non vorrei banalizzare con un “cambiato periodo di vita, sentimenti, stati d'animo è cambiata anche la sua concezione”, sì, sicuramente questo è un aspetto della faccenda, ma, appunto, UNA sfaccettatura della questione, che invece ritengo ben più profonda.

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