lunedì 23 luglio 2012
L'ultimo soldato (4)
«Lo sai che non posso» riprese il ragazzo «ne abbiamo già parlato, fidati di me, tornerò» pone la mano enorme sul suo braccio, scioglie il nodo di un braccialetto verde che ha con sé e lo mette nelle sue mani «Ti ricordi? E' stato il primo regalo che mi hai fatto, a S. Valentino, 3 anni fa. Il verde rappresenta la speranza, sarà la mia garanzia del ritorno. Ogni volta che il tuo pensiero sarà rivolto a me e il tuo cuore inizierà a piangere tienilo stretto a te e ricorda queste parole»
Non riuscii a contenere una sonora risata che fece girare verso di me qualche anziana signora che invece pareva apprezzare particolarmente quel film, se non altro per la prestanza del giovanotto. Il verde rappresenta anche l'invidia se è per questo, avrei voluto urlare, ma come si fa a credere a queste idiozie? Era tutto troppo costruito, scontato, insignificante. Quando mai nella vita reale accadono cose di questo genere. Ora, magari, la donna burbera lo starebbe rimproverando per averle fatto perdere tempo e gli starebbe imponendo di farsi trovare a casa sua alle 20.00 in punto, non un minuto prima, non un minuto dopo, per portarla fuori a cena. Sicuramente sarebbe stata una versione cinematografica controcorrente.
Dopo quelle parole la ragazza, piangendo, corre via. Milton se ne sta lì, possente, a guardarla allontanarsi dal pianerotto, malinconico. Assume l'aspetto di un titano incatenato ad un monte: colossale sì, ma impotente. Ad un certo punto compare alle sue spalle la madre, con una voce spezzata a tratti dai singhiozzi «Come l'ha presa?» Milton, infastidito «Male... decisamente male...» «Pensi di tornare a vederla prima di partire?» «Non credo servirebbe a qualcosa, lascerò che si calmi da sola, non posso fare altro e poi mi farebbe troppo soffrire» «A che ora partirai?» «Il treno parte alle 4.30» «...».
Dopo una brevissima pausa di buio, la scena si riapre con Milton che, bagaglio in mano, attende il treno. Da lontano una voce...
Dentro di me speravo con tutto il cuore che non fosse veramente...
Un urlo da lontano «Milton ti prego non andare!»
Era davvero lei...
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