martedì 17 luglio 2012
Delirio informatico (1)
Oggi ho comprato un nuovo cellulare. Anzi, meglio, oggi mi è stato comprato un nuovo cellulare. 200€. All'incirca 22 ore di lavoro. Quasi 3 giorni di lavoro. 3 giorni di lavoro per un cellulare. 3 giorni di fatica, sudore, forza di volontà, resistenza fisica e mentale, sopportazione e sofferenza, per un cellulare. Un oggetto che può chiamare, può mandare messaggi e, ora, può anche farti leggere la Divina Commedia ovunque tu sia, può farti connettere ad internet nel centro di Roma e scrivere che sei al centro di Roma in un social network così che tutti lo sappiano, può offrirti centinaia di giochi, può assisterti, coccolarti ovunque tu sia. Un oggetto non veramente utile. L'uomo per anni, decenni, secoli, migliaia di anni ha vissuto senza il cellulare, ha vissuto senza Temple Run o la Divina Commedia portatile. Da quando siamo diventati così pigri? Così dannatamente schiavi non solo della tecnologia, ma delle comodità. Sì, sicuramente l'uomo ha da sempre la tendenza a facilitarsi la vita, non è mica stupido, a rendersi tutto più rapido e semplice. Questo è normale. Dal mio punto di vista è una fortuna non dover rischiare la morte per attraversare l'Oceano Atlantico come fece Cristoforo Colombo. Però c'è un limite a tutto, certe cose sono eccessive. L'altro giorno ho visto alcuni ragazzi seduti uno a fianco dell'altro, tutti con il cellulare. E' questo che siamo diventati? Prigionieri della tecnologia? Incapaci di comunicare apertamente, direttamente, umanamente l'uno con l'altro? Io spero di no, però intanto mi giro fra le mani un pezzo da 200€, ipocrisia? Sì, un po', però consapevole, triste, malinconica.
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